Progetto Qualità Architettura


Linea 1 – Luigi Vanvitelli, Carlo di Borbone. Lo studio dei siti reali borbonici attraverso l’esame delle fonti archivistiche ed architettoniche

La proposta vuole fornire un contributo alle celebrazioni dei 250 anni della morte di Luigi Vanvitelli.

Il fuoco del progetto è promuovere la conoscenza e sostenere la realizzazione di opere di architettura moderna e contemporanea.

L’architettura di Luigi Vanvitelli è stata molto studiata dalla letteratura scientifica. Buona parte dei fondi con le raccolte della corrispondenza di Vanvitelli e con i principali bozzetti preparati dall’architetto regio, quelli non contenuti nella Dichiarazione dei disegni, presenti presso l’Archivio Storico della Reggia di Caserta o della Biblioteca Nazione di Napoli sono conosciuti ed in parte pubblicati. Sono ancora inedite le piante e prospetti contenuti nel fondo Segreteria di Casa Reale.

Nella proposta, grazie a queste nuove fonti, si intende rileggere il ruolo di Luigi Vanvitelli nella costruzione dell’indotto della Reggia di Caserta e dei siti reali meridionali.

Fino ad oggi, infatti, l’utilizzazione esclusiva di alcune fonti (in primo luogo le corrispondenze di Vanvitelli) hanno appiattito il ruolo dell’intervento dell’architetto alla costruzione della Reggia e dell’acquedotto carolino. Mancano completamente studi sul ruolo di Vanvitelli nella costruzione del vasto indotto dei siti reali che sono più di 60 e si intersecano per ben tre province del Regno.

Il progetto, dunque, vuole indagare sul rapporto tra Carlo di Borbone e Luigi Vanvitelli in merito alla costruzione di tutto l’indotto dei siti reali borbonici e non solo della Reggia di Caserta.

Questi nuovi elementi documentari permettono di inquadrare il percorso di Luigi Vanvitelli in tre diversi settori: la costruzione della Reggia di Caserta e del suo indotto (compresi gli archi di Maddaloni); l’attività svolta presso le altre decine di Siti Reali; gli interventi operati sulle altre proprietà regie (città demaniali e regie) che ricadevano sotto l’amministrazione della Segreteria di Casa Reale.

Per il primo punto, la nuova documentazione architettonica aggiunge nuovi tasselli anche in merito alla costruzione dell’indotto della Reggia. Come è noto, su commissione del ministro Fogliani, il progetto della Reggia di Caserta fu affidato a Mario Gioffredo, che in cinque diverse piante propose una sorta di palazzo fortezza. L’idea non incontrò il gradimento del sovrano, che affidò l’incarico all’architetto Nicola Salvo. Questi, per raggiunti limiti di età, declinò l’invito. Solo in seguito Carlo di Borbone, che vagheggiava una reggia come centro vitale di una «Nuova Città», accettò la soluzione propostagli da Luigi Vanvitelli, allievo del Salvo.

Le nuove fonti utilizzate permettono di inquadrare meglio il problema complessivo della costruzione della reggia di Caserta e delle reali delizie che non si possono comprendere senza inserirle in un preciso indotto politico-urbanistico portato avanti dalla Monarchia e da Vanvitelli.

Di qui un secondo filone che si prenderà in esame nel progetto il rapporto tra Napoli, la Reggia di Caserta ed il vasto indotto dei siti reali del Regno. La politica borbonica negli anni Quaranta-Cinquanta del Settecento, infatti, è quella di costruire un vasto territorio del re comprensivo sì della reggia di Caserta, ma che va da Napoli a Terra di Lavoro al Principato Citra (fino a Paestum e Persano) ed al Taburno. Un’area ampliatasi con la costruzione dei Siti Reali, che vanno a delimitare anche quest’indotto regio. In questa prospettiva vi è anche una riallocazione delle funzioni e dei ruoli dei centri urbani, come la costruzione, voluta da Carlo, della provincia di Napoli.

Una novità nella conoscenza scientifica sull’opera di Vanvitelli può essere fornita proprio dall’approccio alle nuove fonti. Come si richiamava la storiografia ha preso in esame esclusivamente gli epistolari di Vanvitelli e di Tanucci. Solo qualcuno ha studiato sporadicamente gli incartamenti dell’Archivio Storico della Reggia di Caserta. Quest’ultimo contiene solo la documentazione -in quanto gestiti da amministrazioni autonome- dei siti reali principali che ruotano sulla Reggia. La competenza delle città regie e delle altre decine di siti reali è pertinenza della Segreteria di Casa Reale. Da queste fonti (ed anche dagli incartamenti del Fondo Vanvitelli della Biblioteca Nazionale di Napoli) viene fuori la reale portata delle funzioni del primo architetto regio che opera su città e territori molto più ampi.

La segreteria di Casa Reale si serve di un’amministrazione provvisoria per ogni sito reale “giunte ambulanti” che amministrano questi complessi. Vanvitelli è chiamato in causa di volta in volta per risolvere i diversi problemi urbanistici o di sistemazione territoriale.

Luigi Vanvitelli e Carlo di Borbone. Lo studio dei siti reali borbonici nelle fonti archivistiche

Linea 2 – Inventariazione, digitalizzazione e messa in rete su piattaforma digitale della cartografia di Luigi Vanvitelli e Antonio Sancio

I fondi dei bozzetti architettonici e della cartografia dei siti reali napoletani provengono da una documentazione lasciata da Vanvitelli contenuta nei fondi della Biblioteca Nazionale di Napoli, nell’Archivio Storico della Reggia di Caserta e presso la Segreteria di Casa Reale. Invece la cartografia di Antonio Sancio sui siti reali borbonici è allegata alle Platee redatte dal funzionario borbonico sui principali siti reali meridionali.

Il materiale archivistico completamente inedito che permette di portare nuove conoscenze verso l’architettura di Luigi Vanvitelli è rappresentato dalle Platee di Antonio Sancio comprensive di circa 140 tavole. Antonio Sancio ricopre la carica di Intendente dello Stato di Caserta negli anni Venti-Trenta dell’Ottocento ed è uno dei funzionari più vicino al sovrano Francesco I. Dal Sovrano riceve l’incarico di comporre le prime “monografie” sulla reggia di Caserta e sui principali siti reali del Regno. In questa documentazione Antonio Sancio legge l’operato di Vanvitelli e nei bozzetti architettonici riprende ed integra lacune su bozzetti mancanti dalle tavole di Vanvitelli. Non solo questo commenta quello che si è realizzato e quello che non si è potuto realizzare dell’opera di Vanvitelli. Per cui, per comprendere l’opera architettonica di Vanvitelli non si può prescindere dalle Platee del Sancio.

Iconografia e cartografia vanvitelliana
Platea di Carditello – A. Sancio
Platea di San Leucio – A. Sancio

Locandine

Locandina 17 maggio 2024
Locandina 14 ottobre 2024

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